giovedì, novembre 18, 2010

Dies palmarum: la prevenzione è la migliore cura

Grande affluenza di pubblico. In sala anche Capitan Ventosa di Striscia la notizia.
Inaugurata questa mattina al Palafiori di Sanremo la VI Biennale europea delle Palme con unparterre di oltre 200 tra ricercatori, tecnici e amministratori provenienti dai paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. La presenza di Capitan Ventosa di Striscia la notizia, che ormai da
qualche tempo ‘monitora’ in Italia la presenza del Punteruolo rosso, ha permesso ai relatori in scaletta nella mattinata di poter comunicare al paladino le ultime conoscenze biologiche relative l’insetto, i sistemi di lotta e le cure scientificamente verificate intraprese finora al fine di eliminare le notizie frettolose e poco attendibili emerse durante le puntate. Sessione istituzionale – Dopo i saluti delle autorità cittadine, il Centro Studi e Ricerche per le Palme ha avviato il lavori della prima giornata, incentrata sulla ricerca finora effettuata per approfondire meglio la conoscenza del Punteruolo rosso dal punto di vista biologico al fine di studiarne le migliori terapie per contenerne le zone di propagazione e il tentativo di infestazione. Prima della presentazione dei dati relativi il Progetto ‘DIPROPALM Tecniche di difesa dal punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus’, il dirigente del COSVIR Servizio Fitosanitario del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dello stato, Maurizio De Santis, ha esposto al pubblico l’attuale situazione di propagazione del Punteruolo in Italia, sottolineando come in Italia il fitofago si sia radicato negli ultimi anni in modo massiccio nelle regioni meridionali, mentre in Liguria si sia passati da due a nove comuni colpiti in meno di due anni. Ha presentato le nuove misure fitosanitarie, consentite dal Ministero e applicate in caso di presenza del parassita, sottolineando come ci si debba muovere nelle diverse situazioni, e l’elaborazione di Piani di Azione, sia nazionali che regionali, che devono descrivere tempi e modi di azione, oltre che segnalare la presenza del parassita, tenendo conto delle normative e dei protocolli internazionali. A seguito dell’intervento del dirigente De Santis, il dott. Raffaele Griffo, coordinatore del gruppo palme nell’ambito del Servizio Fitosanitario, ne ha esposto le linee guida, mentre il dott. Antonio Consolino del Ministero della Salute, ha invece presentato le procedure autorizzative dei prodotti fitosanitari utilizzati nella lotta contro il Punteruolo per la difesa delle palme, ricordando come al momento l’abbattimento delle palme infette, sia la miglior strategia per evitare la diffusione sul territorio del curculionide.
A chiudere la prima parte degli interventi istituzionali, il dott. Marcello Storace, dirigente del
Servizio Fitosanitario Regionale, ha invece presentato dati interessanti relativi la propagazione del Centro Studi e Ricerche per le Palme. Punteruolo rosso in Liguria. Rispetto ad altre regioni, la situazione non è così drammatica, grazie ad un intervento tempestivo avviato fin da subito con terapie e un piano di contenimento per arrestare la diffusione del parassita. Con questo tipo di monitoraggio si è finora riusciti ad arginare il fenomeno a pochi esemplari colpiti a Bordighera, circa 40 palme abbattute, solo due casi a Sanremo, anch’esse abbattute come impone la direttiva europea, mentre in provincia di Savona, il comune di Alassio ha purtroppo registrato circa un centinaio di palme colpite, che hanno portato in poco tempo all’impoverimento del patrimonio palmicolo costiero. A Carlo Pasini, Direttore dell’Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali (CRA-FSO) di Sanremo, il compito di presentare i lavori che hanno impegnato sinergicamente quattro unità di ricerca in Italia nel “Progetto DIPROPALM”: l’Università di Catania con il Prof. Santi Longo, che ha condotto studi sulle specie più colpite finalizzate all’acquisizione degli elementi conoscitivi essenziali per la messa a punto
di adeguate misure di controllo demografico dell’insetto attraverso sistemi biologici. La raccolta di informazioni sulla biologia dell’insetto e l’osservazione dell’attività, grazie al piazzamento di trappole, hanno consentito di individuare sistemi più efficaci per un riconoscimento tempestivo. Novità interessanti sembrano provenire dai risultati conseguiti in seguito all’utilizzo dei cani per verificare la presenza del rincoforo nella palma, grazie all’olfatto sviluppato dall’animale in seguito al suo addestramento. La stessa équipe infine ha lavorato allo sviluppo di linee guida per un corretto smaltimento della palma infestata e di ogni sua parte per impedire agli insetti e alle larve ancora presenti nella specie abbattuta di propagarsi nell’aria. Secondo il Prof. Longo, la cura giusta non esiste ancora e la strada della prevenzione è la migliore per prevenire e ritardare la diffusione del temibile parassita. La strategia intrapresa dalla Regione Liguria, che prevede la drastica riduzione delle palme con l’abbattimento, sicuramente rallenta la minaccia propagatisi con più facilità altrove. Ma la prevenzione rimane la misura più efficace, anche perché l’utilizzodi insetticidi e prodotti chimici rischia di provocare danni maggiori e dannosi per la salute dei cittadini. L’unità guidata dalla dott. ssa Valeria Francardi e dai suoi collaboratori del CRA di Firenze, sempre nell’ambito del DIPROPALM, ha messo a punto una rappresentazione cartografica della distribuzione georeferenziata delle palme sul territorio, al fine di individuare le aree di maggior rischio di introduzione del rincoforo. Ciò – ha spiegato la ricercatrice – permetterebbe di individuare precocemente le zone più soggette per essere pronti a intervenire in maniera tempestiva.

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